Radix Associazione per la diffusione della Cultura patriarcale nella nascente Europa moderna
Musiche originali di Marco Maria Tosolini e Vittorio Vella per Arcana Stutture Sonore
Musiche dell'epoca patriarcale interpretate dall'insieme vocale-strumentale Dramsam
Esecutori e strumentario
Alessandra Cossi: canto, synphonia, sistri Fabio Accurso: liuto medievale e rinascimentale, organo portativo, flauti Giuseppe Paolo Cecere: canto, viella, ribeca, ciaramello, salterio
canto ( in "Planctus Mariae...") Rossella Candotto, Nadia Cecere, Elena Molinari
1. Incipit
2. Ave Maria, regina incoronata (Laude di Pietro Capretto)
3. Processione notturna
4. Missus ab arce (Discanto)
5. Versus de Herico Duce (Attr. Paolino da Aquileia)
6. La Via Sacra
7. Planctus Mariae (Dramma Sacro)
8. Vox Caelestis
9. Sonet vox ecclesie (Discanto)
10. La Via Sacra (Reprise)
11. Caccia
12. Surge Sonum
13. Ad adiuvandum
14. Finalis
Il canto è senza tempo
Creare le musiche per una grande mostra è un'operazione particolare. Si deve, infatti, compiere un immediato gesto di "umiltà tematica" e, in senso lato, linguistica generale, per ciò che concerne l'espressione musicale, affinché il soggetto sonoro, fonodiffuso, non sia di distrazione dello spettatore, dedito ad osservare i materiali esposti, ma, semmai, di aiuto alla creazione di uno status percettivo gradevole e "orientato" all'attenzione.
Può esistere un concetto ed una relativa traduzione in prassi della musica d'uso senza che questa perda dignità artistica da un lato e dall'altro, scivoli nei terreni infidi dell'ambient music di vieto sapore new age. Ciò avviene se gli autori riescono a mantenere, pur nella trasfigurazione timbrico-stilistica, la connotazione contestuale dell'atto creativo.
Nel caso della Mostra dei Patriarchi il milieu culturale, per nobiltà, ieraticità e pregnanza è di tale aiuto e conforto da diventare vero e proprio motore d'arte. Infatti non solo i temi antichi originali, desunti dai Codici, mirabilmente interpretati da Dramsam, costituiscono le strutture che innervano il lavoro di Arcana, ma la più profonda ed estesa dimensione estetica funge da catalizzatore delle energie creative che si occupano delle musiche composte ex-novo.
L'alchimia artistica, per chi crede nella forza inconscia e conscia degli archetipi e della immu abilità della sostanza d'arte, ha qualcosa di passivo. L'atto creativo, e queste musiche nuove ed antichissime ad un tempo, ne sono una misurata dimostrazione, si nutre di una energia strana, bilanciata fra gestione razionale dei mezzi e abbandono all'intuizione così potenziata dalla percezione dei movimenti interni ed inspiegabili del sentire più attento e profondo. Così il Canto che giace nei sedimenti della grande tradizione patriarchina, è lo stesso canto della tradizione iniziatica, quando la Chiesa possedeva ancora quel torso esoterico senza il quale una confessione religiosa diviene mero potere temporale. Un torso che forse ha iniziato il suo impoverimento in modo non troppo simbolico in quel 1314 durante il quale l'ultimo Gran Maestro dell'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, Jacques de Molay - più noti come Templari - è stato arso vivo e l'Ordine chiuso e dispersi i suoi membri in un momento assai lacerante della storia della Chiesa d'Occidente.
Nella musica antica che Dramsam ha fatto rinascere da muti testi, custodi di tanta bellezza, riemerge sommessamente prepotente questa dimensione estetico-spirituale, profondamente esoterica, magnificata soprattutto in quel commovente gioiello che è il Planctus Mariae.
E' questa dimensione, così alta ed intensa, che ha permesso la creazione di musiche da parte di Arcana, interagenti con le sonorità antiche, destinate ad accompagnare lo spettatore della mostra nel suo viaggio prima esteriore, poi interiore, rendendolo partecipe in modo speciale di quasto evento artistico-culturale.
Le musiche antiche
Nell'operare le scelte musicali sul materiale storico da inserire nel progetto di sonorizzazione della mostra abbiamo pensato di limitare la nostra attenzione ad alcuni momenti particolarmente significativi, optando per l'utilizzo di brani musicali di natura e funzione non direttamente liturgica, rivolgendoci quindi a quelle forme devozionali fiorite nel territorio tra XIII ed inizio del XIV secolo.
La ricca storia musicale del Friuli è intimamente legata alle vicende del Patriarcato che per lungo tempo rappresenta la maggiore autorità non solo spirituale e politica ma anche artistica. Ed è all'interno di questa "egemonia" intellettuale che possono essere inscritte le pagine più significative della sua produzione musicale , dai codici liturgici alle prime forme polifoniche, dai drammi sacri alle laudi rinascimentali. Abbiamo quindi voluto rappresentare una serie di atteggiamenti , di ambiti e funzioni musicali in grado di rappresentare il divenire della musica nel Patriarcato dalle forme arcaiche segnate dalla monodia a quelle polifoniche, dall'Evo Medio al Rinascimento.
La particolare funzione di sonorizzazione ha poi motivato una serie di scelte non strettamente ortodosse, quali potrebbero appunto essere le esecuzioni strumentali di repertori vocali, spingendoci nella direzione di una esecuzione il più possibile varia timbricamente, seppure circoscritta da limiti di pertinenza organologica nella scelta degli strumenti musicali da utilizzare, ed adeguata non solo alla sua funzione di "sottofondo" ma in grado di integrarsi con le composizioni contemporanee che compongono il progetto.
All'interno di questa particolare compilazione musicale si è scelto di inserire l'esecuzione "integrale" di un dramma sacro, nell'intento di restituire, intatto, un momento musicale fortemente rappresentativo e di notevole suggestione.
Riguardo le modalità esecutive e le scelte organologiche la direzione intrapresa è stata quella segnata dall'approccio filologico, ovvero: utilizzo di ricostruzioni di strumenti musicali d'epoca, tecniche vocali e strumentali adeguate, rispetto delle fonti originali.