14 ottobre ore 21.00 - Teatro San Giorgio di Udine

GIACINTO SCELSI
L’uomo di una sola nota 

parole e suoni in occasionedel centenario della sua nascita

GIACINTO SCELSI 
(La Spezia 1905 - Roma 1988)
L'uomo di una sola nota

 

LE PAROLE
Interventi di
Marco Maria Tosolini (musicologo, Conservatorio di Udine)
Luciano Martinis (artista, editore Le Parole Gelate)
Nicola Cisternino (compositore, Accademia di Belle Arti di Venezia)

 

I SUONI
Marianne Schroeder: pianoforte
Suite n.10 Ka

 

Foyer del teatro:
MOSTRA SU GIACINTO SCELSI

  

“...Nonostante la totale eclisse che gli ambienti accademico-musicali italiani hanno decretato nei confronti della musica di Giacinto Scelsi, il pensiero e l'azione di questo singolare musicista e pensatore dopo il quale '...l'intera storia musicale dal dopoguerra ad oggi andrebbe completamente riscritta '(Harry Halbreich), hanno incontrato negli anni ottanta - periodo in cui la sua musica é uscita dalle esecuzioni occasionali - una vasta eco presso molte vive intelligenze (vedi l'esperienza spettrale de l'Itineraire francese) oltre alle storiche e rinnovate sintonie umane e linguistiche già largamente note tra Scelsi ed Evangelisti, Ligeti, Xenakis, Cage e Feldman, e poco note - ma di straordinaria coincidenza stilistica, nonostante i diversi presupposti - tra Scelsi e il Nono degli ultimi anni. 
Nato nel 1905 alla Spezia l'8 di gennaio, Giacinto Maria Scelsi conte d'Ayala Valva si stabilì a Roma nei primi anni cinquanta, dopo durevoli soggiorni in varie parti d'Europa, di fronte al Palatino, luogo da lui stesso definito privilegiato poiché “...Roma è la linea di confine fra est e ovest. A sud di Roma comincia l'est e a nord comincia l'ovest. Questa linea di confine ora corre esattamente sopra il Foro Romano. Là è la mia casa, ciò spiega la mia vita e la mia musica”. Dopo una prima formazione accademica alla scuola di Giacinto Sallustio a Roma (compagno di classe con Goffredo Petrassi), negli anni trenta Giacinto Scelsi viene iniziato- contemporaneamente ad un suo viaggio in Oriente- all'esoterismo musicale di Skriabin da Egon Koehler a Ginevra e, successivamente, all'atonalismo schoenberghiano a Vienna (e soprattutto all'espressionismo lirico di Alban Berg per il quale Scelsi aveva una naturale aderenza) da Walter Klein giungendo nel dopoguerra, dopo aver già al suo attivo diversi numeri d'opera prevalentemente pianistici (Sonata n. 2 e 3, 1939; Variazioni e Fuga, 1941; Sonata n. 4, 1942;) in un profondo stato di crisi psicofisica. 
Seguì, a causa della malattia, un lungo soggiorno in una casa di cura in Svizzera laddove i medici, non riuscendo a diagnosticare la malattia lo diedero per spacciato. Sarà proprio la malattia, secondo le affermazioni dello stesso Scelsi, a generare e liberare la sua nuova musica dopo che una singolare passione, rivelatasi terapeutica, lo aveva portato a riscoprire un lontano gioco praticato nell'infanzia, che consisteva nel ribattere per ore e per lunghi periodi lo stesso suono sul pianoforte...Comincia allora la seconda e più innovativa produzione scelsiana. Da numerose composizioni per strumento solo degli anni cinquanta ( Divertimento n. 2, 1951 e Divertimento n. 3, 1955 per violino, Suite n. 8 Bot-Ba, 1952 , Quattro illustrazioni sulle metamorfosi di Visnù , 1953 per pianoforte, a Triphon e Dithome, 1956-57 per violoncello) ai suoi celebri Quattro pezzi (su una sola nota) per orchestra del 1958, a Aiôn (1961) a Konx Om Pax (1969) per coro e orchestra, ai suoi celebri Quartetti per archi n. 2, 3, 4 (1961-64) che caratterizzarono in forme sempre più inequivocabili il suo viaggio verso il centro del suono-Klang. “Il suono è sferico, è rotondo. Invece lo si ascolta sempre come durata e altezza. Non va bene. Ogni cosa sferica ha un centro: lo si può dimostrare scientificamente. Bisogna arrivare al cuore del suono: solo allora si è musicisti, altrimenti si è solo artigiani. Un artigiano della musica è degno di rispetto, ma non è né un vero musicista né un vero artista “ (G.S.). 
Giacinto Scelsi morì a Roma alle prime ore dell'alba del 9 agosto 1988 dopo aver preannunciato alcuni mesi prima ai suoi amici più fedeli che l'incrocio degli otto di quello stesso anno lo avrebbe visto allontanarsi da questa vita.

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