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16 ottobre 2008, ore 21.00
Teatro San Giorgio - Udine

Sustanza di cose sperata
Alessandra Celletti (pianoforte)
Hans-Joachim Roedelius (elettronica)

Composizioni di Alessandra Celletti, Hans-Joachim Roedelius

Hans-Joachim Roedelius e Alessandra Celletti hanno condiviso per un po’ lo spazio virtuale di myspace attraverso brevi messaggi di stima reciproca e di interesse per le rispettive strade musicali. Finchè il musicista tedesco, pioniere della musica elettronica d’avanguardia, nella primavera del 2007, invita la pianista romana a suonare Erik Satie a Lunz, nell’ambito del Festival “più piccolo e più delizioso” che si svolge in estate sul magico lago della cittadina austriaca. Da questo incontro l’interesse musicale reciproco ne esce rafforzato evidenziando anche una sintonia di intenti nella ricerca attenta e sensibile rivolta al colore dei suoni e alle atmosfere magiche evocate attraverso le note. 
A dicembre 2007 Alessandra invia a Joachim The Golden Fly,  la sua ultima realizzazione discografica con 16 sue composizioni per pianoforte solo. Joachim ne resta conquistato e decide di lavorare su questo materiale per creare dei remix e fondere i suoni elettronici, di cui è maestro nella creazione, con il pianoforte di Alessandra. Nasce così l’idea di un progetto da portare in concerto dal vivo che, con un titolo surreale e affascinante dato dallo stesso Roedelius, suona come “Sustanza di cose sperata”.

  

Alessandra Celletti - “Way Out”, letteralmente significa “Uscita”, ma in slang indica anche qualcosa di “stravagante”, “fuori dal comune”. E si intitola proprio così l’ultimo cd realizzato dalla pianista Alessandra Celletti, e prodotto dalla prestigiosa etichetta inglese LTM, che presenta 16 brani, originali, dove le sonorità del pianoforte si fondono con la forza ritmica della batteria. L’album è una vera novità anche perché Alessandra Celletti si cimenta per la prima volta nella parte di vocalist conferendo alla sua musica colori e sfumature inedite.
Una musica lontana dalle etichette, difficilmente catalogabile nei cliché preesistenti, così come è il percorso artistico di Alessandra Celletti che trasversalmente è capace di passare da un genere all’altro riuscendo a fondere stili apparentemente inconciliabili: dalla musica classica al rock, dal pop al minimalismo passando per la musica sperimentale.
Difatti Alessandra Celletti proviene da un ambito prettamente classico, conseguendo il diploma in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia perfezionandosi, successivamente, con Vera Gobbi Belcredi, dedicandosi in particolare alla musica francese a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Nel 1994, realizza “Les sons et les parfums”, un album dedicato alle composizioni di Debussy, Ravel e Satie. Nel 1997, ottiene una borsa di studio dalla Repubblica Ceca, trasferendosi a Praga per approfondire la conoscenza e l’interpretazione della musica pianistica di Leos Janacek. Al suo ritorno in Italia, nel 1998, pubblica con l’etichetta discografica KHA Records, quattro album dedicati alle musiche di Gurdjieff/De Hartmann, Erik Satie, Scott Joplin e Philip Glass, ricevendo dalla critica internazionale recensioni che l’hanno paragonata, nientemeno, a mostri sacri del pianoforte quali Keith Jarrett e Glenn Gould. Ma oltre ai riscontri della critica, anche il grande pubblico apprezza le doti artistiche di Alessandra Celletti, tanto che il suo cd
“Esoterik Satie” è stato in classifica in Francia tra i cd più venduti di musica classica ed il regista Guy Ritchie  ne utilizza un brano, “La Premier Gnossienne” come colonna sonora del suo film “Revolver”.
Nel 2006 finalmente Alessandra Celletti dedica un album intero alle proprie composizioni; esce infatti "Chi mi darà le ali", un lavoro discografico del quale è autrice e interprete. In questo lavoro trova una sua particolare cifra stilistica, che le permette di ottenere notevoli consensi di critica e un grande riscontro di pubblico (oltre 350.000 contatti su www.myspace.com/alessandracelletti).
Un anno dopo dal suo esordio come autrice, la Kha Records pubblica nel dicembre del 2007 "The Golden Fly", sedici composizioni originali per piano.  Un nuovo volo sulle ali della musica, libero e leggero, che mai si stanca di elevarsi per esplorare i luoghi più intimi dell'anima e delle emozioni (www.alessandracelletti.com).

 

Hans-Joachim Roedelius è nato a Berlino nel 1934. È stato fondatore del laboratorio “Zodiak” a Berlino (1968) e di gruppi  come “Human Being”, “Personare”, “Kluster”, “Cluster”, “Harmonia”, “Friendly Game”, “Aquarello” e “Tempus Transit”.
Ha intrattenuto collaborazioni/coproduzioni con artisti di tutto il mondo tra cui Dieter Moebius, Brian Eno, Holger Czukay, Susumu Hirasawa, Tim Story e molti altri. 
Ha realizzato più di un migliaio di composizioni che comprendono testi, poesie, lavori per danza, per  teatro, musica per film, radiodrammi e foto collages. Ha realizzato circa 150 dischi in qualità di solista o in collaborazione con altri autori, partecipando a diverse compilation. Non si contano i suoi concerti e le sue performance in tutta Europa ed in alcune delle città principali del Giappone e degli Stati Uniti.
Ha lavorato come musicista e compositore a diverse colonne sonore per film e documentari quali “Witness to war” della regista Deborah Shaffer, “La stanza del figlio” del regista Nanni Moretti, “Stalin the red god” del regista Frederick Baker, “Y Tu Mama Tambien” del regista Alfonso Cuaron.
Ha collaborato con i  Fratelli-Brothers per il film “Imagine Imagine” su John Lennon e Clementina Gassered, per il film "Die Motesiczkys" del regista Frederick Baker, per “FAQ” di Stefan Hafner e Alexander Binder  e per molti altri. 
Ha partecipato come compositore/musicista/attore a: “L'orso e la Luna” da una coreografia di Carolyn Carlson esibendosi al Teatro La Fenice di Venezia, a “Borges & I”, al “Wiener Festwochen” con il coreografo Esther Linley, a  “Utopia of a tired man” per il Donausfestival, a “Eurokaz/Zagreb”, a “Kampnagelfabrik Hamburg”, a “Szene Salzburg” e all’ Oratorium ”Des  Pudels Kern" per " Eurokaz"; insieme a Jurij Novoselica ha realizzato "Happy Kitchen" per la  Biennale di Zagabria e ha partecipato al Jazzfestival “Moving Cultures" a Tirana in Albania, e al  MAK a Vienna.
È stato anima, curatore ed organizzatore del festival/simposio “More or less” a Lunz e nell’Austria meridionale. È presidente onorario del Jazz festival “Moving Cultures” a Tirana.

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