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Aldo Orvieto - Sonia Visentin
Virtuosismo e gioco 
nella musica del XX secolo

Sonia Visentin: soprano
Aldo Orvieto: pianoforte
Paolo Zavagna: regia sonora e live electronics

Programma:

Leonard Bernstein
I hate music
A Cycle of Five Kid Songs


Claudio Ambrosini
Rondò di forza
per pianoforte


Nicola Sani
Concetto spaziale: attese
per pianoforte amplificato e nastro magnetico

 

Richard Strauss
Recitativo e aria di Zerbinetta 
« Großmächtige Prinzessin» (prima versione, 1912)
da Arianna a Naxos, 
libretto di Hugo von Hofmannsthal


Giacinto Scelsi
Aitsi (1974) 
Pièce per pianoforte amplificato


György Ligeti
Mysteries of the Macabre
tre arie dall’opera Le Grand Macabre (1974-77, 1988) 
per soprano di coloratura e pianoforte
Libretto di György Ligeti e Michael Meschke, 
dal dramma Le grand ballade du Gran Macabre
di Michel Ghelderode

 

Con Arianna a Naxos (del 1911 su libretto di Hofmannsthal) Strauss, come tre secoli prima Monteverdi, intese pensare una nuova struttura per l’opera lirica sovrapponendo alla matrice neoclassica il melos wagneriano e gli stilemi tipici dell’espressionismo. Nella prima versione, al personaggio di Zerbinetta (che incarna l’infedeltà, e le leggi vitali del divenire e del movimento) fu affidata un’aria impervia, di impensabili agilità virtuosistiche nel registro sovracuto. Tale aria verrà poi abbassata di un tono ed epurata di parte delle cadenze nell’ampia revisione che Strauss operò per la messa in scena della seconda versione di Arianna del 1916. La presenza di questa magnifica aria nel programma di questa sera, vuol suggellare l’avvio di quello spirito di ricerca rivolto alle nuove tecniche vocali e strumentali, vera cifra di impegno speculativo che caratterizzò il comporre musicale del XX Secolo.
Quasi analoga sorte toccò alle tre arie dall’opera Le Grand Macabre, presentate da Ligeti nella prima versione del 1974-77, e poi riviste nel 1988. Le Grand Macabre è opera dalla forte dimensione ironica, di ridondante esuberanza. Abitano la scena marionettistici personaggi impegnati in azioni grottesche quasi Ligeti (dopo l’esperienza del Requiem) volesse lasciar intendere che solo la corda dell’ironia e del distacco espressivo può legittimamente rappresentare il mistero della morte.
Il Rondò di forza del 1981, fu il brano che presentò Claudio Ambrosini alla ribalta della scena musicale italiana contemporanea. Basato su tecniche pianistiche di matrice tradizionale (come scale, arpeggi, ottave spezzate, glissandi) le sfrutta però con valenze affatto nuove costruendo una trama musicale sempre cangiante nello svolgersi fulmineo e mozzafiato del lavoro.
Aitsi, di Giacinto Scelsi, del 1974, invita all’ascolto dei nuovi mondi sonori germinati da un unico suono di pianoforte, attorno al quale, con l’ausilio di impercettibili trasformazioni affidate al live elctronics, si agglomerano piccoli cluster sempre cangianti. Quasi ad esplorare le grandi possibilità espressive (in questo caso si tratta di un tipo diverso di “virtuosismo”) prodotte dalla riduzione delle altezze ad una sola.
Concetto spaziale: attese di Nicola Sani, del 1997 è liberamente ispirato alle tematiche estreme dello spazialismo pittorico e alla produzione artistica di Lucio Fontana, a cui il titolo fa riferimento. Il pianoforte dal vivo “lacera” la tela costituita dalle strutture timbriche realizzate attraverso l’elaborazione delle sonorità prodotte dallo strumento con i mezzi elettroacustici. Ecco dunque una forma di virtuosismo lussureggiante, estroverso e abbagliante, che crea un universo sonoro fuso ed avvolgente nel quale le sonorità dello strumento esplodono confluendo nelle strutture registrate su supporto magnetico.
L’incredibile maestria teatrale di Leonard Bernstein in I hate music ci invita a riflettere sulle parole di un testo raccolto dall’autore tra le frasi di bambini ai quali era stato chiesto semplicemente di dire “cos’è per loro la musica”.
L’etereogeneità dei lavori presentati in questa serata può forse stupire. Vorremmo rispondere con questa frase degli ultimi anni di vita di Giuseppe Verdi: “ E verrà un giorno in cui non si parlerà più di melodia, di armonia, di scuola tedesca, italiana, di avvenire, di passato, ecc. ecc.: ed allora forse potrà incominciare il regno della musica”


Aldo Orvieto
Ha svolto gli studi al Conservatorio di Venezia. Deve molto della sua formazione musicale ad Aldo Ciccolini.
Ha registrato produzioni e concerti per le principali radio europee (tra cui BBC, RAI, Radio France), le principali Radio tedesche, la Radio Belga, la Radio della Svizzera italiana e tedesca, la Radio Svedese. Ha inciso circa quaranta dischi dedicati ad autori dell’età classica e del Novecento per importanti case italiane e straniere, riscuotendo sempre unanime consenso della critica.
Ha suonato come solista con molte orchestre tra cui le Orchestre Sinfoniche della RAI, l’OSNR di Torino, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Ensemble 2e2m di Parigi, Accroche Note di Strasburgo, e in formazioni da camera con prestigiosi complessi.
Nel 1979 è stato tra i fondatori dell’Ex Novo Ensemble. Ha svolto intensa attività concertistica partecipando a molte prime esecuzioni assolute e ricevendo lusinghieri consensi da alcuni dei più grandi compositori del nostro tempo (Nono, Petrassi, Kagel, Bussotti).
Ha partecipato ai più importanti Festival dedicati alla musica moderna e contemporanea, tra cui: Biennale di Venezia, Milano Musica, Münchener Philarmoniker, Berliner Festspiele, Akademie der Künste (Berlin), Mozarteum Salzburg, Gulbenkian (Lisboa), Concerts Ville de Genève, Festival d’Avignon, Ars Musica Bruxelles, Festival di Strasbourg, Warsaw Autumn, Gaudeamus Foundation (Amsterdam), Tish Center for the Arts (New York), Huddersfield Contemporary Music Festival.


Sonia Visentin
Soprano, diplomata con il massimo dei voti, si è successivamente perfezionata con Carlo Bergonzi all’Accademia Chigiana di Siena e con Rodolfo Celletti a Martina Franca e a Milano.
Ha debuttato in teatro ruoli principali come Lucia in Lucia di Lammermoor di Donizetti, Der Koenigin der Nacht in Die Zauberfloete di Mozart, Corinna nel Viaggio a Reims di Rossini, Dinorah nell’omonima opera di Meyerbeer, Olympia in Les Contes d’Hoffmann di Offenbach, M.me Herz in Der Schauspieldirektor di Mozart, Lucieta in I Quattro Rusteghi di Wolf- Ferrari.
Alcuni direttori con i quali ha lavorato: Zedda, Oren, Bellugi, Panni, Tate, Fournillier, Veronesi, Renzetti, Rizzi-Brignoli, Lijfors, Parisi, Masson, Curtis, Borgonovo, Rek, Benedetti-Michelangeli, Pidò. Fra registi si ricordano: Kemp, Proietti, Foà, De Fusco, Gregoretti, De Bosio, Marini, Crivelli, Barberio-Corsetti, Pichon, Landi. 
È stata ospite di stagioni d’opera e concertistiche (sia liriche che contemporanee) in vari teatri e manifestazioni tra cui: Regio di Parma, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, San Carlo di Napoli, Teatro Verdi di Trieste, Politeama di Palermo, Teatro Verdi di Firenze, Ponchielli di Cremona, Donizetti di Bergamo, Grande di Brescia; all’estero al Teatro di S. Etienne e Vichy (Francia), allo Chatelet di Parigi, Teatro di Bastia (Corsica), Liceu di Barcelona, Teatro di Oviedo, Teatro di Avignone, Teatro di Lione, Festival Barocco Le Feste di Apollo (Parma) ed al Festival di musica contemporanea a Reykjavik (Islanda), Tourcoing (Francia), Ludwigsburg (Germania), Dordrecht (Olanda), Istanbul (Turchia), Budapest (Ungheria).
Nell’ambito della musica contemporanea, è stata protagonista di numerose prime rappresentazioni e concerti.


Paolo Zavagna
Diplomato in Pianoforte e Musica elettronica, laureato in Lettere, ha pubblicato articoli in atti di convegni e di seminari di musica elettronica ed informatica. 
Ha collaborato alla realizzazione e all’esecuzione, fra le altre, di opere di C. Ambrosini, G. Battistelli, G. Crumb, C. Pasquotti, L. Berio, S. Reich, S. Sciarrino. 
Come esecutore alla regia del suono e al live-electronics ha suonato a Parigi, Londra, Milano, Venezia, Udine, Strasburgo, Praga. 
È responsabile del restauro dei documenti sonori al MARTLab di Firenze. Insegna Musica elettronica al Conservatorio di Castelfranco Veneto.

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