taukay119

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Francesco Pennisi 
Cartolina dall'ombra del faggio 

flauto, clarinetto basso, fagotto, viola, violoncello, contrabbasso, percussioni e pianoforte

Matteo Pittino 
Le grandi statue di pietra (prima esecuzione assoluta) 

flauto, clarinetto (piccolo e si bem.), fagotto, pianoforte, marimba, viola, violoncello e contrabbasso

Stefano Procaccioli 
Tiento opus b (prima esecuzione assoluta) 

flauto, clarinetto in si bem., fagotto, pianoforte, percussioni, viola, violoncello e contrabbasso

Riccardo Vaglini 
Europe ends in Belgrade (prima esecuzione assoluta)
ottavino (e flauto in sol), clarinetto (piccolo e si bem.), fagotto, pianoforte, percussioni, viola, violoncello, contrabbasso e due CD (voce su CD: Marco Lenzi)

Guido Pipolo 
Capriccio 2000 (prima esecuzione assoluta)

flauto, clarinetto in si bem., fagotto, pianoforte, percussioni, viola, violoncello e contrabbasso

Pavle Merkù 
Charis III (prima esecuzione assoluta)

flauto, clarinetto in si bem., fagotto, percussioni, viola, violoncello e contrabbasso

Robert W. Mann 
Cavatina (prima esecuzione assoluta)

flauto, clarinetto in si bem., fagotto, pianoforte, percussioni, viola, violoncello e contrabbasso

Bruno Bettinelli 
Musica per sette (prima esecuzione assoluta)
flauto, clarinetto in si bem., pianoforte, percussioni, viola, violoncello e contrabbasso (versione breve autorizzata dall'autore)


Tiziano Cantoni - flauto
Nicola Bulfone - clarinetto 
Dario Caroli - fagotto 
Giorgio Gerin - viola 
Mara Grion - violoncello 
Laura Soranzio - contrabbasso 
Cristina Lodolo -percussioni 
Gianni Kriscak - pianoforte 

Paolo Longo - direttore

Il presente CD è dedicato alla memoria di Francesco Pennisi come pure il concerto dal quale il CD è tratto.

Francesco Pennisi (Acireale, 1934 - Roma, Ottobre 2000), si trasferisce a Roma nel '53, dove studia all'Università e contemporaneamente Composizione con Robert W. Mann venendo ben presto a contatto con gli ambienti musicali più attenti alla ricerca. Significativo è stato l'impegno nelle attività dell'Associazione Nuova Consonanza. Dopo l'esordio nei concerti delle Settimane Internazionali di Nuova Musica di Palermo con L'anima e i prestigi (1962), le sue musiche furono presto eseguite dai maggiori interpreti nelle più prestigiose sedi, da la Biennale di Venezia alla Biennale des Jeunes di Parigi, al Reconnaissance des musiques modernes di Bruxelles, al Teatro alla Scala di Milano. Del 1972 è la sua prima esperienza di teatro musicale, Sylvia simplex (ornitoscopia), seguita poi da altri importanti lavori commissionati dalle più importanti istituzioni.


Le grandi statue di pietra - E'possibile immaginare un immenso blocco sonoro, formato da tutte le note udibili, da accenti, risonanze, da suoni fragorosi, cupi, lunghi o appena accennati. Il compositore indossa allora il grembiule dello scultore e lascia che la penna diventi uno scalpello, col quale prende a incidere, spezzare la pietra sonora, togliendole dapprima grosse schegge con forti colpi, poi levigandola con movimenti più leggeri e misurati. E dal sasso nascono figure diverse e multiformi. Le grandi statue di pietra &egrave stato scritto per Paolo Longo e per il TauKay Ensemble. (M. Pittino)

Matteo Pittino nasce nel 1958 a Udine dove inizia gli studi di pianoforte e composizione. Si dedica poi in particolare alla composizione di musica vocale collaborando, anche come direttore, con diverse formazioni corali. Nel 1982 si diploma in Musica corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio G. Tartini di Trieste sotto la guida di M. Sofianopulo. Trasferitosi a Milano nel 1987, prosegue gli studi di composizione dapprima con Adriano Guarnieri poi, presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, con Giuseppe Giuliano sotto la cui guida consegue il diploma. Contemporaneamente studia Direzione d'Orchestra con Julius Kalmar e Franco Gallini e si diploma in Composizione Elettronica con Riccardo Sinigaglia. Nel 1994 &egrave presente ai Ferienkurse für neue Musik di Darmstadt. Ha al suo attivo composizioni cameristiche eseguite e radiodiffuse in Italia e all'estero e registrate su CD, composizioni per coro, orchestra, per strumenti e Live Electronics e per nastro magnetico solo. Attualmente vive e lavora a Milano dove, oltre a svolgere attività di insegnante, si dedica in particolare alla ricerca nel campo elettroacustico. Collabora infatti con numerosi artisti e associazioni attive nella sperimentazione musicale.


Tiento opus b - Tiento opus b è una rivisitazione del Tiento por C Fa La Ut sin mi scritto per Carlos Galán. Il titolo della composizione richiama gli antichi tientos spagnoli e così facendo vuole evidenziare la presenza di una certa componente sperimentale che caratterizzava tali composizioni. Sono qui presenti quindi una concezione musicale in certa misura materica come pure una gestualità strumentale vagamente e allusivamente teatrale suggerita dal sottotitolo: (secondo ludus tonalis per una pantomima?). La tecnica compositiva del lavoro si basa inoltre anche su una componente "reservata" della musica che è ravvisabile nella derivazione dei due gruppi di suoni sui quali si basa il brano dai nomi dei cari amici spagnoli ai quali il primo tiento &egrave dedicato. (S. Procaccioli)

Stefano Procaccioli, diplomato in Organo e Composizione organistica con T. Todero e in Composizione con D. Zanettovich al Conservatorio J. Tomadini di Udine, ha poi perfezionato gli studi di Composizione con G. Manzoni. Come compositore ha ottenuto immediati riconoscimenti in vari concorsi internazionali e nazionali. Nel 1994 ha ricevuto la commissione di una composizione per coro da parte del festival internazionale di musica contemporanea Warszawska Jesien di Varsavia. Tra le esecuzioni di sue composizioni spiccano quelle al festival Warszawska Jesien 94 di Varsavia, al Dresdner Tage der zeitgenÖssischen Musik di Dresda, alla Biennale internazionale di Musica contemporanea di Helsinki, al Musicora di Parigi, alla Semana de Môsica de Cajastur (Spagna), a Madrid e a Tokyo. Sue musiche sono state diffuse dalla R.A.I. e dalle emittenti radiofoniche nazionali finlandese, polacca, ceca e inglese. Nel 1994 è stato invitato a far parte della giuria del concorso internazionale di Composizione V. Bucchi di Roma. All'attività compositiva affianca quella didattica come docente al Conservatorio di Trieste e come autore di pubblicazioni a carattere teorico-didattico.


Capriccio 2000 - Il termine Capriccio 2000 dato a questo brano strutturato in numerosi episodi e composto appositamente per questa serata, è motivato dal fatto che la composizione utilizza, nell'arco di unico movimento, diverse tecniche compositive fortemente contrastanti tra loro. Dal familiare, solare e provocatorio mondo tonale che caratterizza l'inizio, la fine ed alcune parti centrali del brano, si passa così a sonorità modali ed a episodi dodecafonici ritmicamente non mensurali, utilizzati in funzione di catartici adagi. L'inconsueta struttura del complesso, formato da otto strumenti tutti diversi tra loro, ha suggerito inoltre al compositore una particolare ricerca timbrica ed espressiva. (G. Pipolo)

Guido Pipolo (Trieste), si &egrave diplomato in Violino e in Composizione al Conservatorio S. Cecilia di Roma. Ha svolto attività di regista alla R.A.I. realizzando programmi musicali radiofonici e televisivi ed è stato docente di Teoria e Composizione al Conservatorio G. Tartini di Trieste. I suoi lavori, che comprendono oltre una cinquantina di partiture di vario genere, sono stati eseguiti in numerose città italiane ed europee e sono stati trasmessi da emittenti radiofoniche e televisive.


Europe ends in Belgrade - In Europe ends in Belgrade metto in gioco un attacco contro la Serbia. La scrittura musicale, come la guerra, richiede esecutori bravi a obbedire, qui divisi in tre squadriglie agli ordini di una voce registrata: essi attaccano, tacciono, ascoltano gli effetti dei loro atti (scoppi, allarmi antiaerei, altimetri, effetti Doppler). Nessuna censura per la mimesi sonora (ma una seconda base registrata fornisce ulteriori spunti metaforici). Sempre più ridotto è il vocabolario strumentale: cercando atti esecutivi prima che note, gli strumenti diventano tra le mie mani armi micidiali che cantano per contatto, surriscaldamento, battitura, compressione. (Riccardo Vaglini)

Riccardo Vaglini (Pisa, 1965) compositore e pianista. Consegue il diploma in Composizione al Conservatorio G. Verdi di Milano e si perfeziona in seguito con G. Manzoni. Ottiene la borsa di studio ai Ferienkurse di Darmstadt nel 1988 e nel 1992. Gli sono state commissionate composizioni da Studio ES di Milano, Teseco per l'Arte, Freon, Comune di Pisa, Tokyo manufacture, Microcosmos. Ha al suo attivo esecuzioni presso: Teatro alla Scala di Milano, Lucero di Paris, Wien Modern, Teatro di Pisa, Akiyoshidai Festival, Ferienkurse di Darmstadt, La Recoleta di Buenos Aires, Musicavoix di Evreux, Cantieri alla Zisa di Palermo, Gamo di Firenze, Di nuovo Musica di Reggio Emilia, Tokyo Opera City, Aujourd'hui Musiques di Perpignan, Progetto Musica di Roma. Le sue composizioni sono state radiodiffuse da: RadioTre, Mágyár Radio, NHK, KBS Seoul. Edizioni e discografia presso Edipan di Roma, FX Units, Ars publica, Pagano, Liguori. Vive tra Pisa e Venezia dove &egrave titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio Benedetto Marcello.


CHARIS III - Il brano, datato Wien, 31 agosto 2000, conclude il Progetto Charis ( = grazia, gioia, benessere), iniziato nel maggio dello stesso anno, per aver ritrovato, dopo anni di silenzio, la gioia di poter nuovamente comporre. Il materiale musicale e la stessa forma sono comuni a CHARIS per flauto e a CHARIS II per sax baritono; CHARIS III per complesso da camera , pur richiamandosi all'essenzialità che A. Webern mi ha insegnato a perseguire, consente con la pluralità dei mezzi e dei colori, di alternare pulsioni contrastanti, esaltandole e variandole in chiave lirica, drammatica, sensuale e onirica. (Pavle Merkù)

Pavle Merkù è nato a Trieste il 12 Luglio 1927 da padre sloveno, madre italiana e con una nonna tedesca. Si è laureato in Filologia slava (Lubiana, 1950) e Lettere moderne (Roma, 1960), ha studiato il Violino con il padre e con Cesare Barison, Composizione con Ivan Grbec e Vito Levi, ambedue allievi di Antonio Smareglia. Ha insegnato materie letterarie nelle scuole slovene a Lubiana e Trieste (1950-1965), ha collaborato come consulente e critico musicale (1953-1965) e in seguito come responsabile dei programmi musicali e collaboratore di programmi culturali (1965-1987) con l'emittente slovena della Radiotelevisione Italiana, Sede del Friuli-Venezia Giulia nonché con scritti, recensioni e critiche con editori in Italia, Slovenia e altri paesi europei. Ha scritto musica da camera e sinfonica ma ha rivolto l'attenzione soprattutto alla voce umana. Le sue musiche sono state eseguite in tutti i continenti. Ha ricevuto nel 1971 il premio della Fondazione Preseren a Lubiana per il Concerto per violino e orchestra (1970). Nel 1985 &egrave stato eletto membro corrispondente dell'Accademia delle Arti e Scienze di Lubiana.


Cavatina - Il lavoro emerge, per così dire, dalla Cavatina del Quartetto d'archi, op. 130, di Beethoven, uno dei momenti più straordinari e presagi dell'ultimo Beethoven. Emerge nel senso che ho preso in prestito il tempo (Andante espressivo con tutto quello che implica), la durata (numero di battute) e un gruppo di frammenti ritmici (ritmici non tematici) che ho intrecciato in un nuovo tessuto sonoro. (R. W. Mann)

Robert W. Mann è nato negli Stati Uniti nel 1925. Dopo il servizio militare come ufficiale nella Marina si &egrave laureato in musica all'Università di Michigan. Nel 1948 si &egrave trasferito in Europa dove ha studiato con Frank Martin al Mozarteum di Salisburgo e poi con Goffredo Petrassi a Roma. E' stato Segretario Generale della Società Internazionale per la Musica Contemporanea (SIMC) dal 1955 al 1959. Vive a Roma dove insegna Composizione, Teoria e Analisi musicale e tiene seminari di ascolto musicale. Ha scritto due opere liriche, lavori orchestrali, concerti solistici (per pianoforte e per viola), musica da camera e musiche di scena. Ha anche trascritti dei lieder di Schumann per voce e orchestra, la musica Ñvirginaleæ di Giles Farnaby per orchestra e musiche di Bach, Rossini e Mendelssohn per quartetto di fiati.


Musica per sette (1975-2000 - versione breve autorizzata dall'autore) L'inizio crea un'atmosfera rarefatta e di attesa che, poco per volta, acquista contorni sempre più evidenti culminando poi in un movimento veloce e aggressivo. L'avvio alla conclusione porterà gradatamente al clima finale dove, con le sonorità vaghe e quasi indistinte dalla sola percussione, si estinguerà il brano. (S. P.)

Bruno Bettinelli (Milano, 1913), ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano diplomandosi in Composizione, Direzione d'Orchestra, Pianoforte, Musica Corale e Direzione di Coro, Polifonia vocale. Titolare di Composizione nello stesso Conservatorio, dalla sua scuola sono usciti molti musicisti di livello internazionale come Claudio Abbado, Riccardo Muti, Maurizio Pollini, Uto Ughi, Bruno Canino, Azio Corghi, Francesco Degrada, Aldo Ceccato, Armando Gentilucci e molti altri. E' autore di musica sinfonica, teatrale, corale e da camera. Ha vinto numerosi concorsi di Composizione nazionali e internazionali. Ha riveduto e trascritto musiche e ha curato la ricostruzione di alcune parti mancanti delle Variazioni in re Magg. a 4 mani di Chopin. Ha svolto attività di critico musicale e ha redatto varie voci per enciclopedie. E' membro dell' Accademia di Santa Cecilia e dell'Accademia Luigi Cherubini di Firenze.

Date

22 Settembre 2016

Tags

CD