Università degli Studi di Udine - Corso di Laurea D.A.M.S.
Conservatorio Statale di Musica Jacopo Tomadini di Udine
GLI SCENARI DEL COMPORRE
Incontro con
Claudio Ambrosini, Nicola Cisternino, Pavle Merkù, Renato Miani,
Fabio Nieder, Corrado Pasquotti
Coordinamento di Roberto Calabretto e Angelo Orcalli
E’ innegabile che nessuna età come il nostro secolo ha intrattenuto un rapporto atipico con la musica del proprio presente. Solo il Novecento, infatti, ha vissuto in termini conflittuali le proposte che le diverse avanguardie musicali hanno fatto a partire sin dagli ultimi decenni del secolo scorso, quando l’esaurimento del sistema tonale ha esposto il linguaggio musicale a delle scelte molto eterogenee. In bilico tra dodecafonia, suggestioni provenienti dalle culture dell’Est, sperimentazioni elettroniche e fenomeni di concretismo, l’universo sonoro è divenuto testimone della crisi di una civiltà che non si riconosce più in una nozione di musica fondata sulla pretesa normatività naturale.
Questa situazione si è poi protratta, e non risolta, fino ad oggi per cui, alle soglie del nuovo millennio, stentiamo a riconoscere e ad apprezzare opere ormai appartenenti alla tradizione. Quale conseguenza negativa di questa situazione si è assistito alla rottura del rapporto e di ogni forma di dialogo fra il compositore di musica e il pubblico che affolla le sale e i teatri. In nessun altra epoca la vita musicale ha assunto l’atteggiamento archeologico del nostro presente, per cui le stagioni concertistiche attuali fanno sempre riferimento ai repertori dell’età classico-romantica, spingendosi al massimo a Stravinskij, Mahler e ai musicisti delle scuole nazionali.
Se la posizione polemica delle avanguardie ha contribuito in parte a creare questa situazione, è anche vero che la pigrizia del pubblico e la sua ricerca nel noto di valori rassicuranti è ancora alla base dell’attuale rifiuto di repertori che dovrebbero già essere assimilati dalla nostra coscienza musicale.
Questo appuntamento intende proporre uno scambio di esperienze di alcuni protagonisti delle scuole di composizione del Nordest. Vuole essere, pertanto, una viva testimonianza della ricerca che anima la nostra vita musicale.
Roberto Calabretto