Gli incantevoli Liebeslieder (detti anche Liebeslieder-Walzer) op. 52 furono composti da Johannes Brahms (Amburgo, martedì 7 maggio 1833 ? Vienna, sabato 3 aprile 1897) durante il biennio 1868-1869. In particolare, l?autore ne fece una prima stesura a Remagen presso Bonn nell?estate 1868, e li completò a Lichtenthal, presso Baden-Baden, nel luglio 1869. I testi sono 18 poesie dalla raccolta Polydora di Daumer. L?organico musicale è per il tradizionale quartetto vocale (soprano, contralto, tenore, basso) e pianoforte a 4 mani. Una prima prova generale pubblica avvenne a Karlsruhe mercoledì 6 ottobre 1869, dove furono eseguiti 10 dei 18 Walzer in un concerto alla Corte granducale. Quattro cantanti locali, a quanto pare di modesta fama, furono accompagnati al pianoforte da due musicisti celeberrimi: Clara Schumann, uno dei massimi talenti pianistici di tutti i tempi oltre che sublime compositrice, e Hermann Levi, il direttore d?orchestra cui sarebbe toccato, nel 1882, il compito di dirigere la prima assoluta del wagneriano Parsifal a Bayreuth. La prima esecuzione completa ebbe luogo tre mesi dopo, nel Kleiner Redoutensaal di Vienna, mercoledì 5 gennaio 1870. Clara Schumann fu ancora alla tastiera, questa volta insieme con Brahms. I cantanti furono il soprano Luise Dustmann, il contralto Rosa Girzick, il tenore Gustav Walter e il basso Emil Krauß. Marina Caracciolo, autrice del bellissimo libro Brahms e il valzer (Libreria Musicale Italiana, Lucca 2004), definisce l?op. 52 l?ultimo lavoro della giovinezza di Brahms, e certamente questo connotato coincide con l?omaggio alla città della quale Brahms era diventato cittadino ?trapiantato?, innamorato e fedele.
Georg Friedrich Daumer (Norimberga, mercoledì 5 marzo 1800 ? Würzburg, mercoledì 13 dicembre 1875), fu professore di ?Gymnasium? e, in quanto tale, per qualche tempo insegnante di quel celebre ed enigmatico personaggio che fu Kaspar Hauser. Daumer, uno dei letterati più animati da curiosità intellettuale fra quanti ve ne furono nella cultura austro-tedesca, fu poliglotta, orientalista (traduttore delle liriche del poeta persiano Hafiz), e progettò una gigantesca antologia della poesia d?amore di tutti i tempi e di tutte le nazioni. Riuscì a completare soltanto una parte dello sterminato progetto, in cui riversò le sue eccellenti doti di linguista e di filologo conoscitore di idiomi esotici d?Oriente e d?Occidente. Daumer battezzò la propria raccolta Polydora, ossia ?i molti doni [dell?amore]?.
Nel 1874, Brahms scrisse una serie di 15 composizioni per lo stesso organico (quartetto vocale SATB, pianoforte a 4 mani), che costituiscono l?ideale continuazione dell?op. 52: iNeue Liebeslieder op. 65. I primi 14 numeri sono ancora su testi di Daumer tratti daPolydora; il numero 15, conclusivo non soltanto di questa nuova serie, ma di tutto il dittico costituito dall? op. 52 e dall?op. 65, è su testo di Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, giovedì 28 agosto 1749 ? Weimar, giovedì 22 marzo 1832). Brahms volle che il ?motto finale? fossero due solenni distici elegiaci in metrica ?barbara?, con la voce di colui che il poeta svevo giudicava il maggior poeta dell?umanità. La prima esecuzione ebbe luogo sabato 8 maggio 1875 a Karlsruhe, nel corso di un concerto organizzato al Museums-Saal dal direttore d?orchestra Otto Dessoff. Lo stesso Dessoff eseguì insieme con Brahms la parte pianistica. I quattro cantanti, che nominiamo nel consueto ordine, furono Johanna Schwartz, Luise Walter, Benedikt Kürner e Josef Hauser.
Esiste una trascrizione per solo pianoforte a 4 mani delle due serie brahmsiane, opera dello stesso Brahms: ciascuna delle due trascrizioni (op. 52/a e op. 65/a) è coeva alla versione originaria con quartetto vocale. La versione che qui presentiamo, ossia la parte pianistica della stesura vocale e strumentale primitiva, soltanto lievemente variata, con la recitazione dei testi in mia traduzione che diviene così parte integrante e organicadell?esecuzione, da essa inamovibile, nasce da un?idea di Barbara Rizzi e Antonio Nimis cui ho aderito entusiasticamente. L?esito è, a mio parere, seducente, sottile, fatato. La mia traduzione si avvicina quanto più possibile al metro, al registro, al tono e alla semantica del testo tedesco originale, conservando pienamente le numerose e maliziosissime allusioni sessuali, fin troppo scoperte.